mercoledì 29 dicembre 2021

LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

 LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

AGLI SPOSI
IN OCCASIONE DELL’ANNO “FAMIGLIA AMORIS LAETITIA

Cari sposi e spose di tutto il mondo!

In occasione dell’Anno “Famiglia Amoris laetitia”, mi rivolgo a voi per esprimervi tutto il mio affetto e la mia vicinanza in questo tempo così speciale che stiamo vivendo. Sempre ho tenuto presenti le famiglie nelle mie preghiere, ma ancora di più durante la pandemia, che ha messo tutti a dura prova, specialmente i più vulnerabili. Il momento che stiamo attraversando mi porta ad accostarmi con umiltà, affetto e accoglienza ad ogni persona, ad ogni coppia di sposi e ad ogni famiglia nelle situazioni che ciascuno sta sperimentando.

Il contesto particolare ci invita a vivere le parole con cui il Signore chiama Abramo a uscire dalla sua terra e dalla casa di suo padre verso una terra sconosciuta che Lui stesso gli mostrerà (cfr Gen 12,1). Anche noi abbiamo vissuto più che mai l’incertezza, la solitudine, la perdita di persone care e siamo stati spinti a uscire dalle nostre sicurezze, dai nostri spazi di “controllo”, dai nostri modi di fare le cose, dalle nostre ambizioni, per interessarci non solo al bene della nostra famiglia, ma anche a quello della società, che pure dipende dai nostri comportamenti personali.

La relazione con Dio ci plasma, ci accompagna e ci mette in movimento come persone e, in ultima istanza, ci aiuta a “uscire dalla nostra terra”, in molti casi con un certo timore e persino con la paura dell’ignoto, ma grazie alla nostra fede cristiana sappiamo che non siamo soli perché Dio è in noi, con noi e in mezzo a noi: nella famiglia, nel quartiere, nel luogo di lavoro o di studio, nella città dove abitiamo.

Come Abramo, ciascuno degli sposi esce dalla propria terra fin dal momento in cui, sentendo la chiamata all’amore coniugale, decide di donarsi all’altro senza riserve. Così, già il fidanzamento implica l’uscire dalla propria terra, poiché richiede di percorrere insieme la strada che conduce al matrimonio. Le diverse situazioni della vita – il passare dei giorni, l’arrivo dei figli, il lavoro, le malattie – sono circostanze nelle quali l’impegno assunto vicendevolmente suppone che ciascuno abbandoni le proprie inerzie, le proprie certezze, gli spazi di tranquillità e vada verso la terra che Dio promette: essere due in Cristo, due in uno. Un’unica vita, un “noi” nella comunione d’amore con Gesù, vivo e presente in ogni momento della vostra esistenza. Dio vi accompagna, vi ama incondizionatamente. Non siete soli!

Cari sposi, sappiate che i vostri figli – e specialmente i più giovani – vi osservano con attenzione e cercano in voi la testimonianza di un amore forte e affidabile. «Quanto è importante, per i giovani, vedere con i propri occhi l’amore di Cristo vivo e presente nell’amore degli sposi, che testimoniano con la loro vita concreta che l’amore per sempre è possibile!». [1] I figli sono un dono, sempre, cambiano la storia di ogni famiglia. Sono assetati di amore, di riconoscenza, di stima e di fiducia. La paternità e la maternità vi chiamano a essere generativi per dare ai vostri figli la gioia di scoprirsi figli di Dio, figli di un Padre che fin dal primo istante li ha amati teneramente e li prende per mano ogni giorno. Questa scoperta può dare ai vostri figli la fede e la capacità di confidare in Dio.

Certo, educare i figli non è per niente facile. Ma non dimentichiamo che anche loro ci educano. Il primo ambiente educativo rimane sempre la famiglia, nei piccoli gesti che sono più eloquenti delle parole. Educare è anzitutto accompagnare i processi di crescita, essere presenti in tanti modi, così che i figli possano contare sui genitori in ogni momento. L’educatore è una persona che “genera” in senso spirituale e, soprattutto, che “si mette in gioco” ponendosi in relazione. Come padri e madri è importante relazionarsi con i figli a partire da un’autorità ottenuta giorno per giorno. Essi hanno bisogno di una sicurezza che li aiuti a sperimentare la fiducia in voi, nella bellezza della loro vita, nella certezza di non essere mai soli, accada quel che accada.

D’altra parte, come ho già avuto modo di osservare, la coscienza dell’identità e della missione dei laici nella Chiesa e nella società è cresciuta. Avete la missione di trasformare la società con la vostra presenza nel mondo del lavoro e di fare in modo che si tenga conto dei bisogni delle famiglie.

Anche i coniugi devono prendere l’iniziativa ( primerear[2] all’interno della comunità parrocchiale e diocesana con le loro proposte e la loro creatività, perseguendo la complementarità dei carismi e delle vocazioni come espressione della comunione ecclesiale; in particolare, quella degli «sposi accanto ai pastori, per camminare con altre famiglie, per aiutare chi è più debole, per annunciare che, anche nelle difficoltà, Cristo si rende presente». [3]

Pertanto, vi esorto, cari sposi, a partecipare nella Chiesa, in particolare nella pastorale familiare. Perché «la corresponsabilità nei confronti della missione chiama […] gli sposi e i ministri ordinati, specialmente i vescovi, a cooperare in maniera feconda nella cura e nella custodia delle Chiese domestiche». [4] Ricordatevi che la famiglia è la «cellula fondamentale della società» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 66). Il matrimonio è realmente un progetto di costruzione della «cultura dell’incontro» (Enc. Fratelli tutti, 216). È per questo che alle famiglie spetta la sfida di gettare ponti tra le generazioni per trasmettere i valori che costruiscono l’umanità. C’è bisogno di una nuova creatività per esprimere nelle sfide attuali i valori che ci costituiscono come popolo nelle nostre società e nella Chiesa, Popolo di Dio.

La vocazione al matrimonio è una chiamata a condurre una barca instabile – ma sicura per la realtà del sacramento – in un mare talvolta agitato. Quante volte, come gli apostoli, avreste voglia di dire, o meglio, di gridare: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» (Mc 4,38). Non dimentichiamo che, mediante il Sacramento del matrimonio, Gesù è presente su questa barca. Egli si preoccupa per voi, rimane con voi in ogni momento, nel dondolio della barca agitata dalle acque. In un altro passo del Vangelo, in mezzo alle difficoltà, i discepoli vedono che Gesù si avvicina nel mezzo della tempesta e lo accolgono sulla barca; così anche voi, quando la tempesta infuria, lasciate salire Gesù sulla barca, perché quando «salì sulla barca con loro […] il vento cessò» (Mc 6,51). È importante che insieme teniate lo sguardo fisso su Gesù. Solo così avrete la pace, supererete i conflitti e troverete soluzioni a molti dei vostri problemi. Non perché questi scompariranno, ma perché potrete vederli in un’altra prospettiva.

Solo abbandonandovi nelle mani del Signore potrete affrontare ciò che sembra impossibile. La via è quella di riconoscere la fragilità e l’impotenza che sperimentate davanti a tante situazioni che vi circondano, ma nello stesso tempo di avere la certezza che in questo modo la forza di Cristo si manifesta nella vostra debolezza (cfr 2 Cor 12,9). È stato proprio in mezzo a una tempesta che gli apostoli sono giunti a riconoscere la regalità e la divinità di Gesù e hanno imparato a confidare in Lui.

Alla luce di questi riferimenti biblici, vorrei cogliere l’occasione per riflettere su alcune difficoltà e opportunità che le famiglie hanno vissuto in questo tempo di pandemia. Per esempio, è aumentato il tempo per stare insieme, e questa è stata un’opportunità unica per coltivare il dialogo in famiglia. Certamente ciò richiede uno speciale esercizio di pazienza; non è facile stare insieme tutta la giornata quando nella stessa casa bisogna lavorare, studiare, svagarsi e riposare. Non lasciatevi vincere dalla stanchezza; la forza dell’amore vi renda capaci di guardare più agli altri – al coniuge, ai figli – che alla propria fatica. Vi ricordo quello che ho scritto in Amoris laetitia (cfr nn. 90-119) riprendendo l’inno paolino alla carità (cfr 1 Cor 13,1-13). Chiedete questo dono con insistenza alla Santa Famiglia; rileggete l’elogio della carità perché sia essa a ispirare le vostre decisioni e le vostre azioni (cfr Rm 8,15; Gal 4,6).

In questo modo, stare insieme non sarà una penitenza bensì un rifugio in mezzo alle tempeste. Che la famiglia sia un luogo di accoglienza e di comprensione. Custodite nel cuore il consiglio che ho dato agli sposi con le tre parole: «permesso, grazie, scusa». [5] E quando sorge un conflitto, «mai finire la giornata senza fare la pace». [6] Non vergognatevi di inginocchiarvi insieme davanti a Gesù nell’Eucaristia per trovare momenti di pace e uno sguardo reciproco fatto di tenerezza e di bontà. O di prendere la mano dell’altro, quando è un po’ arrabbiato, per strappargli un sorriso complice. Magari recitare insieme una breve preghiera, ad alta voce, la sera prima di addormentarsi, con Gesù presente tra voi.

È pur vero che, per alcune coppie, la convivenza a cui si sono visti costretti durante la quarantena è stata particolarmente difficile. I problemi che già esistevano si sono aggravati, generando conflitti che in molti casi sono diventati quasi insopportabili. Tanti hanno persino vissuto la rottura di una relazione in cui si trascinava una crisi che non si è saputo o non si è potuto superare. Anche a queste persone desidero esprimere la mia vicinanza e il mio affetto.

La rottura di una relazione coniugale genera molta sofferenza per il venir meno di tante aspettative; la mancanza di comprensione provoca discussioni e ferite non facili da superare. Nemmeno ai figli è risparmiato il dolore di vedere che i loro genitori non stanno più insieme. Anche in questi casi, non smettete di cercare aiuto affinché i conflitti possano essere in qualche modo superati e non provochino ulteriori sofferenze tra voi e ai vostri figli. Il Signore Gesù, nella sua misericordia infinita, vi ispirerà il modo di andare avanti in mezzo a tante difficoltà e dispiaceri. Non tralasciate di invocarlo e di cercare in Lui un rifugio, una luce per il cammino, e nella comunità una «casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 47).

Non dimenticate che il perdono risana ogni ferita. Perdonarsi a vicenda è il risultato di una decisione interiore che matura nella preghiera, nella relazione con Dio, è un dono che sgorga dalla grazia con cui Cristo riempie la coppia quando lo si lascia agire, quando ci si rivolge a Lui. Cristo “abita” nel vostro matrimonio e aspetta che gli apriate i vostri cuori per potervi sostenere con la potenza del suo amore, come i discepoli nella barca. Il nostro amore umano è debole, ha bisogno della forza dell’amore fedele di Gesù. Con Lui potete davvero costruire la «casa sulla roccia» (Mt 7,24).

A tale proposito, permettetemi di rivolgere una parola ai giovani che si preparano al matrimonio. Se prima della pandemia per i fidanzati era difficile progettare un futuro essendo arduo trovare un lavoro stabile, adesso l’incertezza lavorativa è ancora più grande. Perciò invito i fidanzati a non scoraggiarsi, ad avere il “coraggio creativo” che ebbe san Giuseppe, la cui memoria ho voluto onorare in questo Anno a lui dedicato. Così anche voi, quando si tratta di affrontare il cammino del matrimonio, pur avendo pochi mezzi, confidate sempre nella Provvidenza, perché «sono a volte proprio le difficoltà che tirano fuori da ciascuno di noi risorse che nemmeno pensavamo di avere» (Lett. ap. Patris corde, 5). Non esitate ad appoggiarvi alle vostre famiglie e alle vostre amicizie, alla comunità ecclesiale, alla parrocchia, per vivere la futura vita coniugale e familiare imparando da coloro che sono già passati per la strada che voi state iniziando a percorrere.

Prima di concludere, desidero inviare un saluto speciale ai nonni e alle nonne che nel periodo di isolamento si sono trovati nell’impossibilità di vedere i nipoti e di stare con loro; alle persone anziane che hanno sofferto in maniera ancora più forte la solitudine. La famiglia non può fare a meno dei nonni, essi sono la memoria vivente dell’umanità, «questa memoria può aiutare a costruire un mondo più umano, più accogliente». [7]

San Giuseppe ispiri in tutte le famiglie il coraggio creativo, tanto necessario in questo cambiamento di epoca che stiamo vivendo, e la Madonna accompagni nella vostra vita coniugale la gestazione della cultura dell’incontro, così urgente per superare le avversità e i contrasti che oscurano il nostro tempo. Le tante sfide non possono rubare la gioia di quanti sanno che stanno camminando con il Signore. Vivete intensamente la vostra vocazione. Non lasciate che la tristezza trasformi i vostri volti. Il vostro coniuge ha bisogno del vostro sorriso. I vostri figli hanno bisogno dei vostri sguardi che li incoraggino. I pastori e le altre famiglie hanno bisogno della vostra presenza e della vostra gioia: la gioia che viene dal Signore!

Vi saluto con affetto esortandovi ad andare avanti nel vivere la missione che Gesù ci ha affidato, perseverando nella preghiera e «nello spezzare il pane» (At 2,42).

E per favore, non dimenticatevi di pregare per me; io lo faccio tutti i giorni per voi.

Fraternamente,

Francesco

 

Roma, San Giovanni in Laterano, 26 dicembre 2021, Festa della Santa Famiglia.

domenica 17 ottobre 2021

Incontri in preparazione al Sacramento Matrimonio San Michele


Incontri in preparazione al Sacramento del Matrimonio Zona Pastorale Fiumi presso la Parrocchia di San Michele. Tutti i particolari nel servizio su La Voce Alessandrina.

http://lavocealessandrina.it/blog/2021/10/17/ritorna-il-corso-prematrimoniale/

giovedì 30 settembre 2021

ANNO "FAMIGLIA AMORIS LAETITIA"

 MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO ON-LINE “IL NOSTRO AMORE QUOTIDIANO”
PER L'APERTURA DELL'ANNO "FAMIGLIA 
AMORIS LAETITIA"

 

Cari fratelli e sorelle!

Saluto tutti voi che partecipate al Convegno di studi sul tema “Il nostro amore quotidiano”. Il mio pensiero va in particolare al Cardinale Kevin Joseph Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, al Cardinale Angelo De Donatis, Vicario per la Diocesi di Roma, e a Monsignor Vincenzo Paglia, Gran Cancelliere dell’Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia.

Cinque anni fa è stata promulgata l’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia sulla bellezza e la gioia dell’amore coniugale e familiare. In questa ricorrenza ho invitato a vivere un anno di rilettura del Documento e di riflessione sul tema, fino alla celebrazione della X Giornata Mondiale delle Famiglie che, a Dio piacendo, avrà luogo a Roma il 26 giugno 2022. Vi sono grato per le iniziative che avete intrapreso a tale scopo e per il contributo che ognuno di voi offre nel proprio ambito di lavoro.

In questo quinquennio, Amoris laetitia ha tracciato l’inizio di un cammino cercando di incoraggiare un nuovo approccio pastorale nei confronti della realtà familiare. L’intenzione principale del Documento è quella di comunicare, in un tempo e in una cultura profondamente mutati, che oggi è necessario uno sguardo nuovo sulla famiglia da parte della Chiesa: non basta ribadire il valore e l’importanza della dottrina, se non diventiamo custodi della bellezza della famiglia e se non ci prendiamo cura con compassione delle sue fragilità e delle sue ferite.

Questi due aspetti sono il cuore di ogni pastorale familiare: la franchezza dell’annuncio evangelico e la tenerezza dell’accompagnamento.

Da una parte, infatti, annunciamo alle coppie, ai coniugi e alle famiglie una Parola che li aiuti a cogliere il senso autentico della loro unione e del loro amore, segno e immagine dell’amore trinitario e dell’alleanza tra Cristo e la Chiesa. È la Parola sempre nuova del Vangelo da cui ogni dottrina, anche quella sulla famiglia, può prendere forma. Ed è una Parola esigente, che vuole liberare le relazioni umane dalle schiavitù che spesso ne deturpano il volto e le rendono instabili: la dittatura delle emozioni, l’esaltazione del provvisorio che scoraggia gli impegni per tutta la vita, il predominio dell’individualismo, la paura del futuro. Dinanzi a queste difficoltà, la Chesa ribadisce agli sposi cristiani il valore del matrimonio come progetto di Dio, come frutto della sua Grazia e come chiamata da vivere con totalità, fedeltà e gratuità. Questa è la via perché le relazioni, pur attraverso un cammino segnato da fallimenti, cadute e cambiamenti, si aprano alla pienezza della gioia e della realizzazione umana e diventino lievito di fraternità e di amore nella società.

Dall’altra parte, questo annuncio non può e non deve mai essere dato dall’alto e dall’esterno. La Chiesa è incarnata nella realtà storica come lo è stato il suo Maestro, e anche quando annuncia il Vangelo della famiglia lo fa immergendosi nella vita reale, conoscendo da vicino le fatiche quotidiane degli sposi e dei genitori, i loro problemi, le loro sofferenze, tutte quelle piccole e grandi situazioni che appesantiscono e, talvolta, ostacolano il loro cammino. Questo è il contesto concreto in cui si vive l’amore quotidiano. Avete intitolato così il vostro Convegno: “Il nostro amore quotidiano”. È una scelta significativa. Si tratta dell’amore generato dalla semplicità e dall’opera silenziosa della vita di coppia, da quell’impegno giornaliero e a volte faticoso portato avanti dagli sposi, dalle mamme, dai papà, dai figli. Un Vangelo che si proponesse come dottrina calata dall’alto e non entrasse nella “carne” di questa quotidianità, rischierebbe di restare una bella teoria e, talvolta, di essere vissuto come un obbligo morale. Siamo chiamati ad accompagnare, ad ascoltare, a benedire il cammino delle famiglie; non solo a tracciare la direzione, ma a fare il cammino con loro; a entrare nelle case con discrezione e con amore, per dire ai coniugi: la Chiesa è con voi, il Signore vi è vicino, vogliamo aiutarvi a custodire il dono che avete ricevuto.

Annunciare il Vangelo accompagnando le persone e mettendosi al servizio della loro felicità: in questo modo, possiamo aiutare le famiglie a camminare in maniera rispondente alla loro vocazione e missione, consapevoli della bellezza dei legami e del loro fondamento nell’amore di Dio Padre e Figlio e Spirito Santo.

Quando la famiglia vive nel segno di questa Comunione divina, che ho voluto esplicitare nei suoi aspetti anche esistenziali in Amoris laetitia, allora diventa una parola vivente del Dio Amore, pronunciata al mondo e per il mondo. Infatti, la grammatica delle relazioni familiari – cioè della coniugalità, maternità, paternità, filialità e fraternità – è la via attraverso la quale si trasmette il linguaggio dell’amore, che dà senso alla vita e qualità umana ad ogni relazione. Si tratta di un linguaggio fatto non solo di parole, ma anche di modi di essere, di come parliamo, degli sguardi, dei gesti, dei tempi e degli spazi del nostro rapportarci con gli altri. Gli sposi lo sanno bene, i genitori e i figli lo imparano quotidianamente a questa scuola dell’amore che è la famiglia. E in tale ambito avviene anche la trasmissione della fede tra le generazioni: essa passa proprio attraverso il linguaggio delle buone e sane relazioni che si vivono in famiglia ogni giorno, specialmente affrontando insieme i conflitti e le difficoltà.

In questo tempo di pandemia, tra tanti disagi di ordine psicologico, oltre che economico e sanitario, tutto ciò è diventato evidente: i legami familiari sono stati e sono ancora duramente provati, ma rimangono nello stesso tempo il punto di riferimento più saldo, il sostegno più forte, il presidio insostituibile per la tenuta dell’intera comunità umana e sociale.

Sosteniamo, dunque, la famiglia! Difendiamola da ciò che ne compromette la bellezza. Accostiamoci a questo mistero d’amore con stupore, con discrezione e tenerezza. E impegniamoci a custodire i suoi preziosi e delicati legami: figli, genitori, nonni… C’è bisogno di questi legami per vivere e per vivere bene, per rendere l’umanità più fraterna.

Pertanto, l’anno dedicato alla famiglia, che oggi inizia, sarà un tempo propizio per portare avanti la riflessione su Amoris laetitia. E per questo vi ringrazio di cuore, sapendo che l’Istituto Giovanni Paolo II può contribuire in molti modi, nel dialogo con le altre istituzioni accademiche e pastorali, allo sviluppo dell’attenzione umana, spirituale e pastorale a sostegno della famiglia. Alla Santa Famiglia di Nazareth affido voi e il vostro lavoro; e vi chiedo di fare altrettanto per me e il mio ministero.

Roma, San Giovanni in Laterano, 19 marzo 2021
Solennità di San Giuseppe, inizio dell’Anno della Famiglia Amoris laetitia

Francesco

http://www.laityfamilylife.va/content/laityfamilylife/it/amoris-laetitia.html

giovedì 12 agosto 2021

Pellegrinaggio delle famiglie 11 settembre 2021

 

L'11 settembre il pellegrinaggio delle famiglie in venti santuari

Gli appuntamenti organizzati da Ufficio famiglia Cei con Rinnovamento nello Spirito e Forum, come tappa d’avvicinamento all’Incontro mondiale del giugno 2022

Per ulteriori informazioni vedi il seguente link:

Il Santuario più a Nord sarà quello della Madonna di Pietralba a Nova Ponente, provincia e diocesi di Bolzano. Quello più a Sud il Santuario della Madonna delle Lacrime, a Siracusa. In mezzo tanti luoghi di preghiera cari alla devozione popolare, dal Santuario di Vicoforte nella diocesi di Mondovì, a quello di Collevalenza (Perugia), dalla basilica della Madonna del Pozzo di Capurso (Bari) alla Madonna di Bonaria a Cagliari. Per arrivare fino in Svizzera, al santuario della Madonna del Sasso di Locarno.

Sono alcuni degli approdi dei venti pellegrinaggi mariani che sabato 11 settembre vedranno coinvolte le famiglie di tutta Italia. Culmine di ciascun pellegrinaggio la celebrazione presieduta da un vescovo della Conferenza episcopale regionale. Un grande evento policentrico e diffuso, secondo il modello ormai prevalente per questi eventi. Conseguenza della pandemia ma anche di una sensibilità più attenta e più rispettosa delle sensibilità locali. Non più “mega raduni” ma tante celebrazioni in contemporanea in varie località, nella prospettiva di un ideale collegamento nella preghiera e nella promozione dei valori familiari. Così è stata il 25 luglio scorso la Giornata mondiale dei nonni. Così sarà dal 22 al 26 giugno 2022 l’Incontro mondiale delle famiglie.

Nella stessa logica il grande pellegrinaggio nazionale delle famiglie per le famiglie del prossimo 11 settembre. Venti per uno e uno per venti. Il progetto è stato messo a punto dall’Ufficio nazionale Cei per la pastorale familiare, con Rinnovamento nello Spirito e Forum delle famiglie.

«Un evento senza confini», si sottolinea in un comunicato del Rinnovamento nello Spirito, «che intende porsi come risposta comunitaria alla crisi e alle tante sfide d’amore che interpellano le nostre Chiese domestiche. Un unico evento moltiplicato per venti «nello spirito di corresponsabilità dal basso», richiesto dal Papa che coinvolgerà tutti i territori diocesani del Paese «valorizzando ogni regione d’Italia rappresentata da un santuario mariano».

Tema della giornata, "Nella comunione... la gioia", con un sottotitolo che riprende un passaggio dell’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate di papa Francesco: "Quella gioia che si vive in comunione, che si condivide e si partecipa" (n.128). I venti pellegrinaggi nazionali riprendono il senso della preghiera familiare di omaggio e devozione a Maria tradizionalmente organizzata al Santuario di Pompei. Ma l’anno Famiglia Amoris laetitia ha sollecitato gli organizzatori a immaginare un evento più nuovo e coinvolgente, pensato anche come tappa di avvicinamento all’Incontro mondiale delle famiglie di Roma 2022. E infatti il grande pellegrinaggio nazionale che per la prima volta vedrà protagonisti in contemporanea genitori, figli e nonni di tutte le regioni italiane, non sarà soltanto uno degli eventi centrali proposti dalla Chiesa italiana per celebrare il momento voluto dal Papa a cinque anni dalla pubblicazione dell’Esortazione post-sinodale, ma si configura come momento di avvicinamento all’Incontro mondiale del prossimo anno che sarà modellato sullo stesso schema. A Roma gli appuntamenti centrali, con il congresso teologico pastorale e la Messa conclusiva celebrata da papa Francesco.

Sabato 11 settembre gli eventi avranno un cuore ecclesiale, naturalmente, con una formula collaudata che prevede, oltre al pellegrinaggio, due Atti speciali di affidamento delle famiglie, dei bambini e dei ragazzi a Maria, alla vigilia dell’anno scolastico. Anche se la presenza del Forum delle associazioni familiari, come già negli scorsi anni a Pompei, avrà l’obiettivo di arricchire la giornata di significati anche civili e sociali. L’intero Paese in questo momento – si evidenzia infatti nella nota del Rinnovamento – «ha umanamente e spiritualmente bisogno di incontrare il volto gioioso e misericordioso delle nostre famiglie e di una società che non ha smesso di credere nel volto provvidenziale dell’amore». Il simbolo più bello e evidente dei venti pellegrinaggi sarà "il Rosario della famiglia" che «incarna concretamente questi auspici, radunando più generazioni». Nonni, genitori e figli insieme – almeno questo è l’auspicio – con un sogno nel cuore: lanciare all’Italia un grande messaggio di pace e di unità.

Ecco i venti santuari coinvolti il prossimo 11 settembre:

Abruzzo: Casalbordino (CH) - Madonna dei Miracoli.
Basilicata: Viggiano (PT) - Madonna Nera del Sacro Monte.
Calabria: Feroleto Antico (Lamezia T.) - Santuario della Madonna di Dipodi.
Campania: Pompei - Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario.
Emilia-Romagna: Ravenna - Santa Maria in Porto “Vergine dalle Mani Alzate”.
Friuli Venezia Giulia: San Vito Al Tagliamento (PN) - Santuario Madonna di Rosa.
Lazio: Roma - Madonna del Divino Amore.
Liguria: Genova - Santa Maria delle Vigne.
Lombardia: Rho (MI) - Santuario Madonna Addolorata.
Marche: Loreto (AN) - Madonna di Loreto.
Molise: Castelpetroso (IS) - Basilica dell’Addolorata.
Piemonte-Valle d’Aosta
: Vicoforte (CN) - Santuario della Natività di Maria.
Puglia: Capurso (BA) - Basilica della Madonna del Pozzo.
Sardegna: Cagliari - Nostra Signora di Bonaria.
Sicilia: Siracusa - Madonna delle Lacrime.
Toscana: Monte Nero (LI) - Madonna delle Grazie.
Trentino Alto Adige: Nova Ponente (BZ) - Santuario della Madonna di Pietralba.
Umbria: Collevalenza (PG) - Santuario dell’Amore Misericordioso.
Veneto: Spiazzi di Ferrara di Monte Baldo (VR) - Santuario Madonna della Corona.
Svizzera: Locarno - Orselina - Santuario della Madonna del Sasso.

( mercoledì 4 agosto 2021 - AVVENIRE)




venerdì 9 luglio 2021

Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani

 C'è bisogno di far festa

Conferenza stampa di presentazione della Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani e del messaggio del Santo Padre





"Dopo un anno così difficile c’è davvero bisogno di fare festa, insieme, nonni e nipoti, giovani ed anziani." Con queste parole il card. Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ha introdotto la conferenza stampa di presentazione della prima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani che sarà celebrata quest'anno, per la prima volta, il 25 luglio.

Il Prefetto ha indicato nella tenerezza la parola chiave della celebrazione della Giornata: quella nei confronti degli anziani cui – come ha scritto il Santo Padre nel suo messaggio – il virus “ha riservato un trattamento più duro”, ma anche quella dei nonni nei confronti dei loro nipoti. Del resto in un periodo in un tempo in cui "ci siamo abituati a vivere da soli, a non abbracciarci, a considerare l’altro un pericolo per la nostra salute. […] La tenerezza può diventare un modo di essere".

Uno degli aspetti più significativi del messaggio del Santo Padre è il fatto che esso sia rivolto in maniera diretta e personale ad ogni nonno e ad ogni anziano. Il card. Farrell lo ha definito "affettuoso ed esigente" poiché indica per gli anziani “una vocazione rinnovata in un momento cruciale della storia”. " Nella Chiesa, con papa Francesco, i nonni e gli anziani hanno un posto d’onore".

Vittorio Scelzo, incaricato per la pastorale degli anziani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ha illustrato le modalità con le quali la Giornata sarà celebrata. Mentre a Roma, il Santo Padre presiederà una messa in San Pietro il 25 luglio alle 10.00, il Dicastero invita ogni diocesi ed ogni parrocchia a dedicare una delle liturgie domenicali ai nonni ed agli anziani. Vittorio Scelzo ha poi invitato a fare in modo che il più gran numero di anziani possibile riceva il messaggio del Papa attraverso una visita. "La Giornata –ha detto – sarà un'occasione per vivere la Chiesa in uscita. Immaginiamo che i nipoti consegnino il messaggio del Santo Padre ai propri nonni e che i ragazzi delle nostre parrocchie e delle nostre comunità ecclesiali escano e vadano a cercare gli anziani soli del proprio quartiere per dir loro “Io sono con te ogni giorno”.

Monique Bodhuin, presidente di Vie Montante Internationale ha sottolineato il legame tra la Giornata ed il primo Congresso Internazionale di Pastorale degli Anziani che il Dicastero ha organizzato nel 2020 ed ha poi affermato che "questa prima celebrazione dei nonni e degli anziani è solo un punto di partenza; porta con sé una dimensione di apertura al futuro".

Maria Sofia Soli, donna di 87 anni di Viva gli Anziani della Comunità di Sant'Egidio, ha spiegato come il messaggio del Santo Padre sia una chiamata anche per chi è avanti con gli anni: "Questo invito – lo dico con convinzione – esige un cambiamento da noi anziani, che spesso invece crediamo, a volte anche ostinatamente, di non poter più cambiare, di essere ormai quel che siamo, di non essere più utili a nessuno".

L'ultimo intervento, di Elena Liotta, anche lei della Comunità di Sant'Egidio, ha posto l'accento sul dialogo tra le generazioni. "Camminiamo a velocità opposte – ha detto Elena -, noi ci sentiamo l’inizio, loro sembrano la fine. Eppure, nell’amicizia con gli anziani ho trovato un tesoro".

domenica 27 giugno 2021

#1euroafamiglia

Importante iniziativa della Fondazione del Forum delle Associazioni Familiari 

 #1euroafamiglia è la campagna di raccolta di micro-donazioni per aiutare le famiglie in difficoltà economica temporanea. Attraverso un impegno minimo di 1 euro, si potranno aiutare migliaia di persone che in questo periodo stanno avendo problemi a pagare la rata del mutuo o le bollette, e stanno dando fondo ai risparmi accumulati.

Il progetto non si ferma all’aiuto economico ma, attraverso una rete di consulenti familiari e associazioni specializzate, offre a chi ne avrà bisogno servizi di supporto per qualsiasi necessità familiare.

Questo il link per tutte le informazioni e le modalità per donare o per chiedere aiuto: https://fondofamiglie.org/donations/uneuroafamiglia/

http://lavocealessandrina.it/blog/2021/06/27/una-rete-per-sostenere-le-famiglie-in-difficolta/